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na per il nuovo venuto, si inerpica persino sulle spalle
della povera fanciulla, che non ne può proprio piú dal
fastidio.
«Ma il gallo dominante vuol sopraffare tutte le voci,
tutte le azioni del cortile.
«Si è inalberato sullo stollo del pagliaio. E lí, lí, dalli
dalli, ventila le ali, fa i dichini di testa che precedono
uno sternuto di uomo o un canto di gallo.
«Cuccurucú! È il piú allegro, il piú vivido, il piú bal-
do, il piú spavaldo, il babbo dei suoi cuccurucú.
«Il cane della corte, scacciato finalmente dalle gonne
della fanciulla, scorrazza: mette in iscompiglio e in
ischiamazzo le galline: fende la vita dell aia.»
* * *
«Che circolo e che spalmatura di vita nel cortile! Do-
ve ce ne può essere di piú? In quale camera di signori, di
poveri, o di deputati? In questo quadrato circoscritto da
mura pochi animali irragionevoli trattano tutte le opera-
zioni e le passioni umane, l amore, la guerra, la tregua, il
trionfo, l astuzia, l invidia e cento eccetera.
«Gli è vero, che questi due galli e tutte queste galline,
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Giovanni Faldella - Le «Figurine»
i due cani e il gatto non conoscono la Storia Sacra, né la
Storia Patria, nè la Geografia, non sanno chi furono i lo-
ro antenati, non sanno, che vi sono altri galli e galline e
galli e gatti a centinaia e a migliaia di chilometri distanti,
a Strasburgo e a Filadelfia e non sanno nemmanco che
Vittorio Alfieri ha scritto il Misogallo e che sono esistiti
la Gatta del Petrarca e Can Grande della Scala.
«Ma noi uomini conosciamo forse il numero piú gros-
so e il numero piú piccolo? i termini dello spazio? e che
cosa si mesti nei pianeti Giove, Marte, Venere, Saturno,
e nelle piú lontane stelle di grossezza sbalorditoja, le
quali alle nostre notti appaiono arena, spolveratura del
firmamento?
«Solo Vittorio Alfieri conobbe re Saturnisco, uno dei
seicentotrentasette che tengono reggia nel pianeta Sa-
turno (proprio 637)  il quale Saturnisco aveva ordinato
ai suoi sudditi di trascinare il proprio globo con argani
piú vicino al sole  e conobbe Lunatina, un donnino vi-
spo e piccolo del mondo della luna, una polvere di don-
na, che nel suo mondo aveva voluto predicare, come
fanno nel nostro, l emancipazione della donna, e portare
le brache del marito.
«Ma Saturnisco e Lunatina sono personaggi da com-
media in versi sciolti: e noi non abbiamo ancora potuto
salire a verificare che cosa si raspi nei mondi di lassú. A
una altezza di 8000 metri noi risichiamo di finire d asfis-
sia, come finirono i poveri aeronauti dell altra settimana,
che ho letti nella Gazzetta.
«Oh, questa vita piccola del cortile mi abbindola!
«Galline, io gioisco a rimirarvi. Siete le mie modelle.
Io vi ho care come ciociare, che stieno atteggiate per due
lire e cinquanta centesimi all ora.
«Voi polli io vi invidio, siete piú felici dei maestri ele-
mentari normali superiori.
«Voi non avete il martello di farvi da voi stessi la car-
riera: non dovete pagare la pigione, né la ritenuta sulla
ricchezza mobile, né il macinato; non dovete levare il
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Giovanni Faldella - Le «Figurine»
cappello a un tanghero di contadino, perché sia consi-
gliere comunale, né dovete servirvi da un panattiere, che
cuoca del pane ribaldo, perché egli sia primo assessore
nella Giunta municipale.
«Voi avventurati! Siete in isciopero sempiterno.
«Non avete il castigo di Caino: il lavoro.»
* * *
«Io farnetico&
«No! No! Questa vita del cortile non mi umilia: mi
esalta. Adoperando il processo, che ho fin qui tenuto, se
ne possono fare cento mila milioni di queste vite. Si può
instituire, si può disegnare una vita larghissima e intrica-
tissima nel motriglio, nei fondacci della conca, in cui si
abbeverano le galline, nella muffa che imbianca le botti
della cantina.
«E con tutto ciò?
«Questo non mi deprime, ma mi innalza nell Infinito,
al circolo, all intrico, all ordine, al barbaglio dei mondi
innumerevoli, che si aggirano al disopra e al disotto di
me.
«E nell Infinito, per quanto siano misere le condizio-
ni dell istruzione primaria in Italia, oh, nell Infinito, io
ravviso un maestro elementare normale superiore, ed
anche normale inferiore, lo ravviso superiore alle galli-
ne!
«Voi galline avete l ozio, è vero: non avete la condan-
na di Caino: il lavoro.
«Ma sentite: è appunto il lavoro la gioja della mia vita.
«Vedete, quest oggi mi annojo vagellando sul conto
vostro, perché non ho lavoro.»
* * *
«I miei studi, i miei esami superati con molti optime
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Giovanni Faldella - Le «Figurine»
avevano fatto nascere in me certe aspirazioni, certe am-
bizioni&
«Che so io? Avrei voluto far valere i miei quattro ta-
lenti in un campo piú vasto di questo mio villaggio
natío, avrei voluto spenderli in città dove vi sono le bi-
blioeche, i teatri e le lucide e larghe bacheche dei librai.
Ma non ho potuto far tutto ciò, per trentatré miserabili [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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